“Gli esami testimoniali hanno cambiato il volto del processo, perché le sole letture delle intercettazioni non avevano reso la forza di intimidazione e la pericolosità del sodalizio criminale. Non mi era mai capitato, nemmeno quando erano coinvolti clan di rilevante fama criminale, che nessuna delle vittime si fosse costituita parte civile: da ogni risposta data, o ahimé evitata dalle vittime, traspariva paura”: con queste parole l’avvocata Dora Vencia, che patrocina nel Maxiprocesso per Mafia Capitale la posizione di parte civile di Ambulatorio Antiusura ONLUS, ha consegnato le sue conclusioni davanti al giudice Rosanna Ianniello lo scorso 3 maggio; l’intervento è stato ripreso dai microfoni di Radio Radicale.
Ha continuato l’avvocata Vencia commentando l’interrogatorio di Massimo Carminati, accusato di essere leader del sistema mafioso sgominato dall’inchiesta “Mondo di Mezzo”: “Carminati ci ha detto: ‘Quando dico io che una cosa non si fa, vi assicuro che non si fa’, o ancora ‘A noi non ci servivano le armi’. Noi non siamo qui a giudicare il suo stile di vita, ma a chiederci se le azioni che ha compiuto siano state effettuate con metodo mafioso”; secondo quanto emerso dalle precedenti testimonianze e prove presentate in giudizio, ha concluso la legale, risulterebbe evidente come “della forza di intimidazione di Carminati ha potuto avvalersi l’intera associazione” che a lui faceva capo.