Maria è una commerciante che da sempre ha convissuto con i prestiti usurari. Era convinta di poter controllare la situazione finché un giorno, a causa di forniture non pagate, non è più riuscita a restituire quanto pattuito. Nemmeno facendo ricorso ad altri usurai. Sono cominciati, quindi, i primi protesti e i primi pignoramenti e le banche hanno chiuso qualsiasi linea di credito.
La situazione le è sfuggita di mano. Improvvisamente si è resa conto di non riuscire più a controllare la sua vita finanziaria.
A distanza di qualche anno dal primo prestito usurario, si rivolge all’Ambulatorio Antiusura. Pian piano, insieme agli operatori, acquista la consapevolezza che quelli che aveva considerato “amici”, pronti ad aiutarla nelle difficoltà, altro non erano che gli usurai. Erano la causa del suo tracollo finanziario. Decide, così, di denunciarli.
Ora Maria ha modificato il suo rapporto con il denaro: se prima non ci pensava più di tanto, poichè riusciva sempre a trovare un “amico” che l’aiutava, ora invece è molto più attenta alla gestione finanziaria e considera ogni spesa ed ogni investimento con molta più cautela.
Insieme agli operatori dell’Ambulatorio, ha predisposto un progetto di rientro dei debiti e di rilancio finanziario e ha presentato la domanda di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura e dell’estorsione.
La storia di Maria è la conferma che solo la denuncia interrompe veramente il rapporto con gli usurai. È il momento della liberazione dalla dipendenza psichica e l’unica strada per recidere definitivamente il rapporto con gli usurai.